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28 gennaio 2012

Spanking

Che cos'è lo spanking? Il termine,indica in inglese semplicemente l'atto di sculacciare. Nello specifico della cultura BDSM, invece, indica l'utilizzo della sculacciata come atto erotico tra adulti .
In senso stretto, con spanking si dovrebbe indicare solo lo sculacciare a mano (ed è questo il senso che adotteremo qui), ma spesso il termine viene usato in senso estensivo per tutte le pratiche sessuali che implicano l'infliggere colpi al sedere con i più svariati strumenti, dalle racchette alle cinture, fino alla frusta.

Lo spanking è una pratica molto diffusa anche all'interno delle coppie che in genere si limitano al sesso “vanilla” (cioè sesso standard, tradizionale, senza elementi di sadomasochismo o di feticismo). In questi casi, accanto a sculacciatori (spanker) che affermano di ricercare “la connessione emotiva e l'eccitazione condivisa” con lo sculacciato (spankee) e ad altri che descrivono lo spanking come “un modo di sentire il proprio corpo, i muscoli, i nervi, la pelle, il profumo, gli odori, il sudore, un modo di offrirsi o di offrire a sé una nuova esperienza”, c'è anche chi confessa: “Credo che la cosa più eccitante al mondo sia avere sotto al naso un bel culetto femminile stretto, sbarazzino, dalle curvi dolci. In fondo, per me lo spanking è solo una scusa per toccare e giocare”.


21 gennaio 2012

Limiti ...

I limiti, quando esistono, sono un sottile confine tra quello che desidereremmo fare e quello che invece non ci è permesso.
La tentazione di oltrepassare il confine è un desiderio di chi ama osare...

20 gennaio 2012

Il bondage? Forse rende più felici

Pericoloso e insano? Macché, chi lo pratica tende a stare meglio degli altri. Lo rivela uno studio australiano


Abbinare il sesso alla costrizione, usare corde (fossero anche foulard di seta), corsetti, manette, frustini e quant'altro, non è affatto pericoloso e, anzi, può dare addirittura più felicità di pratiche sessuali più tradizionali e meno trasgressive.

È ora quindi di sfatare i luoghi comuni, e alcune opinioni professionali, che considerano le persone che lo praticano come «danneggiate e bisognose di terapia, se non pericolose e bisognose di restrizioni legali». A questo risultato è giunto uno studio condotto all'università del Nuovo Galles del Sud, su 20mila persone, e pubbblicato sul Journal of Sexual Medicine.

In Australia il 2% degli adulti dichiara di prendere parte a giochi sessuali con sadomasochismo, dominazione o sottomissione, per pura passione senza alcun risvolto psicanalitici (come reazioni a carenza sessuali o ad abusi subiti). Il piacere è a due: per chi è legato consiste nell'abbandonarsi totalmente al partner, per chi lega consiste nel sentire l'abbandono. In Italia mancano dati uffficiali ma in un sondaggio condotto qualche anno fa da Durex, ben 3 italiani su 10 hanno detto di utilizzare talvolta le sole manette: non bondage nel senso più tradizionale del termine, ma pur sempre una costrizione.

Stando ai risultati dello studio australiano, «bondage, disciplina e sadomasochismo (Bdsm) sono semplicemente un interesse sessuale o una sottocultura che attrae una minoranza», scrive Juliet Richters che ha coordinato lo studio. Le pratiche Bdsm sono più comuni fra gay, lesbiche e bisessuali, e i partecipanti hanno più probabilità di essere avventurosi sessualmente anche in altre maniere. «Tuttavia non hanno maggiore probabilità di essere costretti all'attività sessuale e non hanno una tendenza maggiore ad essere infelici o ansiosi». Anzi, gli uomini che vi prendono parte mostrano di essere perfino più felici, dato che registrano punteggi significativamente più bassi sulla scala del malessere psicologico, rispetto ad altri uomini.

16 gennaio 2012

Dominazione mentale e Dominazione fisica

La dominazione fisica e quella mentale possono coesistere, ma ciò non è sempre necessario. Alcune persone cercano unicamente una dominazione fisica, un essere sottomesse o colpite ma rifiutano una dominazione mentale. Altri, la maggioranza, arrivano alla dominazione mentale e possono essere portati a quella fisica, anche se ciò non è indispensabile.

Io sono sempre stato un "padrone". Ho sempre puntato a alla dominazione mentale della persona, alla muta obbedienza a portarla all'asservimento mentale, non fisico.
La dominazione mentale è molto più appagante e coinvolgente di quella puramente fisica. Ci sono persone che cercano nel SM una semplice valvola di sfogo per le loro inclinazioni sadiche o masochistiche. In questo caso si può provare piacere nel frustare o essere frustati da uno sconosciuto. A me ciò non procura alcun tipo di piacere. Chiaramente il MIO modo di trarre piacere non è ne il più giusto ne quello sbagliato. E' unicamente il MIO.

Più mi addentro in questo mondo e più noto che questa differenza non è chiara a tutti. Ciò procura insoddisfazioni a molte persone.

Ci sono schiavi che vogliono solamente soddisfare i loro bisogni masochistici che mal si incontrano con padroni che vogliono dominarli completamente. E schiave che vogliono invece essere dominate in ogni aspetto mentale e fisico e mal si trovano con master che vogliono invece percuotere con una frusta.

Come ho già ripetuto più volte, ogni individuo deve prima di tutto capire cosa sta cercando, così da poter ottenere ciò che desidera.

ROTELLA di WARTENBERG



La famosa rotella dentata con punte aguzze. Detta comunemente “rotella”. Per essere esatti è Rotella di Wartenberg. Ironicamente chiamata la rotella dei ravioli.
Chi l’ha ideata non aveva in testa scopi SM, o almeno io non so di simpatie in tal senso da parte del dott Robert Wartenberg che l’ha ideata per misurare – lui era un medico neurologo nato alla fine dell’800 – la sensibilità tattile delle persone con problemi al sistema nervoso. Se non vado errando è sua anche l’idea dei colpi di martelletto sul ginocchio per saggiare certe reattività.
La rotella ha un diametro di circa 2 cm con tante punte aguzze che hanno una forma tale da dare delle sensazioni più o meno dolorifiche, ma che non bucano la pelle.
Premendo di più o di meno le sensazioni variano e con la rotella si può andare in qualsiasi parte del corpo, dalle ascelle, giù per la schiena, petto, seno, capezzoli, zone anali, genitali maschili o femminili, gambe, piante dei piedi, mani. Insomma con esclusione della testa, qualsiasi parte del corpo è adatta alla rotella e ogni parte dà delle sensazioni diverse.
Sui genitali una pressione leggera genera una sensazione di piacere-dolore molto stimolante. Dipende dal soggetto, ma è altamente probabile che questo avvenga.

14 gennaio 2012

Il Collare

Un collare è un simbolo evidente di sottomissione ma non è affatto l’unico simbolo adottato da chi fa BDSM. Ci sono anelli caratteristici, catenelle, spille … ma anche il niente di niente, perché non sta scritto da nessuna parte che si debba indossare un’insegna dei propri gusti privati. L’unica cosa certa è che i collari sono stati molto mitizzati , per cui “essere collarati” è ciò che distingue una “vera schiava” da una sottomessa improvvisata. Niente di più falso.
Si tratta secondo me di una trasposizione dell’uso tutto da chat di indicare il proprio ruolo con un collare fatto di parentesi.

12 gennaio 2012

La schiava da Frustare

e tu timida e sottomessa, Mi allungherai la frusta cosi che possa punire i tuoi errori, o più semplicemente possa rilassare il Mio umore
Li IO sarò,
 e Li tu sarai, pronta,occhi bassi,sguardo timoroso … e con il cuore pieno della consapevolezza
Non c'è niente di più pericoloso del demone della fantasia acquattato nell'animo femminile."
Isabel Allende

11 gennaio 2012

Bondage

In realta' il bondage non e' una questione di tecniche ma di sentimenti, i polsi legati dietro alla schiena con un foulard sono efficaci come una posizione dove si usano decine di corde. Non e' mia intenzione rappresentare la donna come subordinata all'uomo. Negli articoli che seguono non troverete nulla di cio', il bondage che illustro io e' una attivita' consensuale, un gioco tra partner, una esperienza gratificante per entrambi, sempre con un finale lieto. Quindi un gioco in cui tutti e due vincono alla fine.
Non mi interessa offendere, sminuire, abusare, sfruttare o rendere inferiore, essere aggressivo o perfino causare il minimo dolore al partner che partecipa ai giochi con me. Non mi interessano le vittime, preferisco due persone che svolgono una attivita' altamente stimolante per entrambi. Il bondage puo' essere finalizzato alla stimolazione sessuale; oppure il modo di rivivere quelle scene che vediamo cosi' spesso al cinema, in maniera tale da rivivere quelle emozioni che ci hanno trasmesso; o anche il dolce e segreto scambio di intimita' tra persone che si amano.
Non posso essere il censore di chi visitera' il mio blog, ma quello che e' in mio potere e' pubblicare del materiale strutturato in maniera tale che sia sempre utilizzabile solo in situazioni consensuali, che sia fruibile solo per quegli adulti che fin da piccoli sono rimasti impressionati dalle situazioni di pericolo e salvataggio presenti in tanti film, oppure semplicemente perche' amano la sensazione di immobilita' e di sicurezza che si ottiene affidandosi completamente nelle mani del partner.
Quando si e' immobilizzati in maniera totale, si ha la sensazione di essere protetti e la corda diventa il surrogato o meglio ancora, la naturale estensione delle braccia del partner che ci abbraccia. Pertanto coloro che fossero interessati ad altri tipi di bondage, dai contorni piu' scuri o meno piacevoli, dovrebbero rivolgere la loro attenzione da qualche altra parte. Ogni tanto qualcuno del genere mi scrive chiedendo tecniche particolarmente pericolose e/o dolorose, la risposta e' sempre no, cortesemente ma no.
Ovviamente le fantasie che verranno rappresentate potranno simulare una situazione pericolosa, ma il tutto avra' la stessa valenza di scene simili presenti in tanti romanzi o telefilm. Servono solo per esaltare la tecnica e per motivarla, per rendere il gioco piu' plausibile. Le foto che troverete, anche se simulano situazioni estreme, sono tutte di modelle che posano spontaneamente, sicuramente divertendosi. Altrimenti semplicemente non verranno pubblicate!
Pertanto il bondage che troverete qui e' essenzialmente un atto gentile utilizzato da partners per intensificare l'intensita' del loro rapporto sia fisicamente che emotivamente. Chi verra' legato sapra' di appartenere completamente a chi ama, e che sara' amata per quello. Ha rinunciato quella parte di indipendenza che non vuole. Sono partners fortunati, il loro e' un atto consensuale di fiducia, amore, stima personale e della persona amata. Chi si fa' legare lo fa' per farsi desiderare non certo per farsi sfruttare. Altro non mi interessa. Non voglio sminuire nessuno e non voglio avere nulla a che fare con simili attivita

10 gennaio 2012

La schiava, una delle poche creature sulla terra che ama e adora il proprio Padrone piu' di se stessa.

Legami

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Strap-On

Pochi altri oggetti possono essere definiti rivoluzionari come lo strap-on dildo, un geniale e piccolo (beh, dipende!) sex-toy che, come vedremo, è capace di rompere tutti gli schemi. E non solo gli schemi, a dire il vero...
Innanzitutto: che cos'è uno strap-on dildo? E' un dildo (un giocattolo erotico per la penetrazione anale e/o vaginale) che, in genere grazie a vari sistemi di imbracatura, può essere indossato. Esistono moltissimi diversi modelli di strap-on e anche differenti usi possibili, dal momento che questo oggetto può essere utilizzato sia da donne che da uomini, sia su donne che su uomini...
L'uso più comune, nel mondo reale, è all'interno del pegging, quella pratica sessuale che prevede la penetrazione anale dell'uomo da parte di una donna.
Nel mondo della pornografia, invece, lo strap-on sembra essere lo strumento tipico dei rapporti lesbici. Il che non è (sempre) vero.

In effetti, la comunità lesbica dibatte vivacemente sull'uso di questo giocattolo erotico, che finisce spesso e volentieri al centro di diatribe a carattere ora ideologico ora personale.

Lo strap-on, come in generale tutti i dildo, viene considerato da alcune lesbo-femministe come una intromissione intollerabile di fallocentrismo all'interno delle loro dinamiche relazionali. Critica per molte ormai superata grazie allo sviluppo delle teorie queer (le quali, guarda caso, hanno preso ispirazione anche dallo strap-on...): “Se escludi lo strap-on solo perché ti sembra imitativo dell'eterosessualità, ti stai perdendo qualcosa di piacevole. Susie Bright l'ha detto anni fa: scopare non è più eterosessuale che baciare”.

8 gennaio 2012

Palline Cinesi

Le palline cinesi sono un antico strumento per l’autoerotismo femminile.
Sicuramente meno imbarazzanti da comprare e da utilizzare rispetto ai più ingombranti sex toys, costituiscono un giochino straordinariamente piacevole.Il modello classico di palline cinesi, o geisha balls, è costituito da due sfere (di metallo o di plastica) delle dimensioni di palline da ping-pong.Le palline sono collegate tra di loro con un filo e, come dei tampax, si introducono nella vagina mantenendo il cordoncino fuori. Ogni sfera contiene un'altra sfera più piccola e pesante che si muove all’interno provocando incredibili sensazioni.La cosa interessante delle palline cinesi, rispetto ad altri strumenti per l’autoerotismo femminile, è che la donna può tenersele dentro per ore, magari mentre va a fare la spesa o in ufficio, ed essere continuamente sollecitata ed eccitata. E’proprio il movimento del corpo che mette in funzione il meccanismo delle palline cinesi.Ben presto, dopo aver familiarizzato con questo giocattolino, la donna imparerà a mettere in movimento le palline cinesi semplicemente contraendo i muscoli della vagina. In questo modo le sfere internamente si agiteranno con maggiore intensità regalando un incredibile piacere. Un buon ritmo è di circa una contrazione al secondo per serie di 2 o 3 minuti l'una.Questo esercizio allena e tonifica i muscoli vaginali. Facendo raggiungere una perfetta padronanza sulla propria vagina. Di questo ne beneficerà anche il partner che, durante la penetrazione, sentirà il proprio membro come catturato e massaggiato con maggior vigore.Naturalmente, cosa fondamentale delle palline cinesi resta l’inusuale piacere autoerotico, ben diverso da quello provato con i normali oggetti fallici, soprattutto perché riescono a stimolare alla perfezione il punto G.Consiglio a tutte le donne di provare le palline cinesi.E quando ci si stanca, basta sfilarle tirando il filo.


7 gennaio 2012

Paure e timori nel Bdsm



Quando si parla con persone che ricercano e desiderano un'appartenenza, nella fattispecie il desiderio di sottomissione e obbedienza in ambito BDSM, molti esprimono la loro preoccupazione sulla percorribilità di tale relazione; la maggioranza esprime il timore della delusione e della ferita emozionale che potrebbe derivarne dal fallimento di tale rapporto. È più che comprensibile il provare angoscia e timore, considerando il fatto che si dona il proprio corpo, il proprio spirito, il proprio cuore ed il proprio amore nelle mani di qualcun altro. Una prospettiva spaventosa che suscita il timore della sofferenza fisica ma anche mentale. Ciò è indubbiamente vero durante la fase iniziale e per persone che si cimentano per la prima volta, ma anche per tutti coloro che hanno appena concluso una “ storia” catastrofica con la memoria permea di dolore, patimento e afflizione.

Per colui che si candida a Dominante, tutta la difficoltà sta quindi nel neutralizzare le protezioni e le barriere difensive che i traumi e timori trascorsi hanno fatto scaturire, facendo il possibile affinché non risorgano nella nuova relazione. Essendo ogni relazione unica, il raffronto e la riproduzione sistematica non sono applicabili, né auspicabili. Il Dominante non deve subire il carico delle esperienze precedenti, ma dovrà conoscerne l'esistenza e vegliare a riassicurare, decolpevolizzare e ricostruire a volte sulle rovine del doloroso passato. Il Dominante ha una responsabilità molto ardua di fronte a questo compito ed al timore che egli stesso genera. È soltanto con la comunicazione che le paure potranno iniziare a dissiparsi….. ma scompariranno realmente? La fiducia libera... ma non fa tutto. La liberazione passa attraverso la verità e i sentimenti provati nell’ evoluzione del nuovo rapporto. La slave non deve essere considerata un giocattolo, ma un essere che ha diritto alla verità più assoluta, soprattutto se la menzogna fu la ragione delle ferite e delle disillusioni del rapporto precedente. La comunicazione deve essere permanente e nei due sensi. La slave, da parte sua, ha la responsabilità di comunicare i suoi timori; Il Dominante di ascoltare, tenere conto, comprendere e riassicurare. Occorre ribadire che un collare non è la garanzia sul fatto che quel rapporto rimarrà eterno.




5 gennaio 2012

Spanking

Esiste un mondo sotterraneo fatto di piacere nell'infliggere e nel subire punizioni corporali che si avvale di tecniche flagellatorie di antica memoria, quali l'uso battipanni, frustini, cinture, verghe di betulla, e soprattutto mani. Il dungeon in cui stiamo per addentrarci è una nicchia cerebrale che pochi hanno il coraggio di esplorare, eppure ha in sè un fascino tutto suo che si può apprezzare solo trovando la voglia di riassaggiare quel sapore amaro di denti e chiappe strette nell'attesa della sculacciata della mamma per la marachella fatta da bambini. Chat Monella
Ma qui non si gioca, si fa sul serio. Tettonedi Donne Nude, Donne Matur e Scambisti
Lo spanking non è altro che la famigerata sculacciata che tutti, chi più chi meno, abbiamo temuto e assaporato da piccoli.
Non fate però l'errore di immaginare solo qualche pacca sui glutei, la "fine arte dello spanking" è appunto un'arte, con particolari regole da osservare.
Il "bottom spanking" in particolare (lo sculaccione sulle chiappe) non è una perversione cruenta, pericolosa e violenta, ma un modo un po' movimentato di eccitarsi, una pratica vecchia come il mondo che esce dagli armadi segreti della libido umana per investire di caldo piacere/dolore chi si appresta a praticarla.
La sculacciata a mani nude non presenta connotati prettamente sadomasochistici, però affinchè la messinscena risulti davvero eccitante, occorre rispettare i ruoli:
LUI paterno, pacato e autorevole ;
LEI terribile, ribelle e capricciosa fino all'inverosimile.

Nel 1786, Lady Henriette P. Montague scrive nel suo diario come dovrebbe comportarsi l'amante ideale: "Sollecito e comprensivo, ma non eccessivamente perspicace. Detesterei un uomo con sensibilita' femminile, quel modo di indagare nei pensieri che fa sentire l'indagato colpevole anche se non lo e', bugiardo anche se sta recitando un versetto della Bibbia. Le punizioni dovrebbero avvenire invece per cause futili e sciocche, ed essere comminate dall'uomo sulla donna che ama con sguardo enfaticamente burbero - che la donna fingerà di prendere sul serio, naturalmente - e mano leggera. Una sculacciata può essere molto divertente e anche straordinariamente eccitante, se data e ricevuta con queste premesse."

Il favoloso mondo dello spanking non è dunque nato oggi, e neppure ieri.
Sono note infatti le memorie storiche sull'orbilianismo [da Orbilius Plagosus, maestro di scuola citato da Orazio, che sottoponeva con smaniosa goduria i propri alunni alla "cura dello staffile"] e sulle correzioni che i frati gesuiti amavano infliggere ai loro discepoli in epoche in cui di libertà ve n'era ben poca e le marachelle, anche le più innocenti, venivano punite in modi terribili.
Non per niente, per adempiere al delizioso compito di frustare gli allievi, nei collegi gesuiti veniva incaricato un "padre correttore", specialista in disciplina, il quale eseguiva le correzioni stabilite dagli insegnanti.
Gli allievi trasgressori subivano le pene pubblicamente, curvati su un banco o su un inginocchiatoio, con il divieto di lamentarsi e di gridare, pena la moltiplicazione dei colpi.
In uno scenario tanto lugubre sembra difficile immaginare qualcuno che goda di un'eccitazione *sana* nell'infliggere e nel subire punizioni corporali, eppure in tutto il mondo si riuniscono centinaia di adepti del nuovo gioco di società del millenio, da fare in coppia o in gruppo ma sempre rigorosamente a mani nude!
L'effetto erotizzante della mano che colpisce il fondoschiena può infatti essere fatalmente utile per risollevare le sorti di una relazione in caduta libera.
A questo scopo tante coppiette si riuniscono per godere dell'ebrezza di un sonoro schiaffone sulle chiappe per ristabilire ruoli perduti e l'equilibrio tra gioco e seriosità nel rapporto.
Lo spanking in questo senso è un modo per giocare in due, per creare un'atmosfera di stuzzicante intimità, per camminare sul sottile filo di lama che delimita la finzione dalla realtà, per emozionarsi con sensazioni forti e per mimare situazioni e ruoli inconsueti di "dominatore/correttore" e "capricciosa/da raddrizzare" .
Se siete quindi stanchi del solito sesso standard, se vi serve qualche stimolo per combattere la noia del fast-sex, sperimentate una sonora sculacciata punitiva per rimettere in moto ormoni e bollenti spiriti.
Una sculacciata inflitta da un amante finto-burbero, ammirevolmente autorevole, paterno e patriarcale, che gliele dia sul popò alla pestifera indomabile che ha bisogno di una raddrizzata.
Attenzione, non un uomo autoritario.
Non ce n'e' bisogno, anzi, è auspicabile il contrario.
Perche' alla fine, in questo scenario della fantasia erotica femminile, è la donna quella che si diverte di più, colei intorno alla quale ruota il maschio protettivo, padrone fino a un certo punto, padrone perchè così vuole lei, padrone per il di lei diletto.

4 gennaio 2012

Voglia di sottomissione

E' inutile, per quanto si cerchi di reprimere la propria natura, per quanto la si voglia nascondere dietro la routine quotidiana, dietro l'abusata maschera di "normalità", questa prima o poi torna a galla.
E ritorna forte il desiderio di essere dominata, posseduta e umiliata, magari di fronte a qualcuno che non si conosce. Quante fantasie perverse, tutte in attesa di trovare il coraggio di rischiare, di spezzare le catene che  impediscono di fare quello che   si desidera.

3 gennaio 2012

All'inizio, M. non amava essere portata al guinzaglio. E' stato necessario molto tempo per addestrarla. Alla fine, per amore, solo per amore, M. ha imparato ad essere una brava cagnetta. Ha imparato a non sporcare in casa, a patto di essere portata fuori almeno tre volte al giorno. Ha imparato a obbedire ai comandi più semplici: "Cuccia", "Seduta", "Vieni qui".